TERAMO – Indagato per violenza sessuale sulla figlioletta di 3 anni in un procedimento penale archiviato su richiesta della stessa procura, ancora dopo oltre un anno non riesce a rivedere la bambina per il divieto del tribunale dei minori. La drammatica vicenda di M.M., approda sul tavolo del ministro di Grazia e giustizia, portata dai Radicali Abruzzo, rappresentati dal segretario Rosa Quasibene. Con una interrogazione a risposta scritta la cui prima firmataria è Rita Bernardini, i radicali chiedono quali «iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro della giustizia per verificare la sussistenza di eventuali responsabilità disciplinari da parte dei magistrati del tribunale per i minorenni dell‘Aquila». La vicenda aveva fatto registrare un primo episodio nel 2009, quando lo stesso tribunale dei minorenni aveva disposto l’apertura del procedimento di adottabilità della minore, che i radicali sottolineano carente anche della dovuta istruttoria volta a verificare la disponibilità all’adozine di altri parenti, motivandola con l’assoluta inadeguatezza dei genitori, in particolare del padre collocatario, ad occuparsi della minore che non ha, a causa della vita sentimentale estremamente disordinata del genitore, alcuna figura valida di riferimento. Qualche mese dopo, ai primi del 2010, le suore che tengono in istituto la piccola segnalano la possibile precedente violenza sulla piccola, che avrebbe fatto "dichiarazioni a esplicito sfondo sessuale". Nonostante gli accertamenti medici negativi, il genitore si ritrova indagato per abusi sessuali e con l’avvio del procedimento penale della procura, arriva anche il divieto per lui anche solo di sentirla telefonicamente. Il gip del tribunale di Avezzano, accogliendo la richiesta del pubblico ministero del 18 gennaio 2011, dispone l’incidente probatorio per l’audizione protetta della bimba, che adesso ha 6 anni. Il 5 novembre, la procura, preso atto dell’esito dell’incidente probatorio, chiede l’archiviazione del caso, che il gip accoglie con provvedimento del 9 gennaio di quest’anno. Nonostante le ripetute richieste, depositate in cancelleria, e nonostante il padre della piccola sia stato anche ascoltato il 7 maggio scorso dal presidente del tribunale dei minorenni, a tutt’oggi si attende ancora una decisione del tribunale sulla richiesta di revoca del decreto di divieto di contatto con la figlioletta.
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